mercoledì 27 febbraio 2013

Politiche 2013: The Winner is Grillo!

Elezioni 2013, i risultati dello spoglio:
alla Camera maggioranza di centrosinistra.
Senato spaccato, è stallo. 5 Stelle primo partito
Risultato straordinario per il movimento di Grillo, che alla Camera ottiene più voti del Pd.
La coalizione di centrosinistra ottiene il premio di maggioranza alla Camera per meno di 130mila voti, e quindi 340 seggi. Ma al Senato la situazione è spaccata: 120 seggi ai progressisti contro i 117 dei conservatori, oltre a 54 per i grillini e 18 dei montiani. Una situazione difficilmente governabile
Beppe Grillo, véritable vainqueur des élections italiennes ?
Damien Glez 


 Marilena Nardi per Il Fatto Quotidiano 
L'inizio della terza Repubblica
Donarelli


Beppe Grillo
By Kap, Spain - 2/25/2013


Berlusconi, Bersani, Grillo
By Riber Hansson, Sydsvenskan - 2/26/2013

 FRG use only
David Rowe illo for AFR
Gallery, Italian election, Silvio Berlusconi, bersani,grillo



 
Election day
Paolo Lombardi







Paride Puglia


 
UVA

 
Giannelli - Corriere della sera



l'onda
  Claudio Cadei- ItaliaOggi 

  Claudio Cadei- ItaliaOggi 


VAURO




Elchicotriste
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The day after
Mauro Biani


Tiziano Riverso



Beppe Grillo wins in Italy
By Pierre Kroll, PoliticalCartoons.com - 2/26/2013

Franco Donarelli



Matteo Bertelli


26/02/2013 - L’identikit di un Movimento che spiazza l’Italia
Pancia e sentimento, la rivolta
contro le élite di una nuova comunità
Così un comico diventato leader
ha riunito malesseri, speranze, solitudini
massimo gramellini

Di sicuro, in queste elezioni, c’è solo che Grillo ha vinto. E dire vinto è poco. Le urne hanno ospitato una sollevazione di massa contro le élite. Almeno un elettore su quattro ha votato per la lista del Gabibbo Barbuto, spesso senza nemmeno avere la cortesia di anticiparlo ai sondaggisti, considerati elite anche loro. E non si può ridurre sempre tutto alla pancia, per quanto la pancia brontoli, se è vuota anche di più. Qui c’è del sentimento, non soltanto del risentimento. C’è la disperata speranza che i parlamentari a Cinque stelle siano diversi, che non rubino, ma soprattutto che ascoltino: gli altri non lo facevano più.
E’ come se da mille stanze si fosse levato l’urlo di mille solitudini connesse fra loro attraverso i cavi dei computer. Un’emozione virtuale che nel tempo si è fatta piazza. Radunando individui che si ritengono incompresi e sovrastati dall’ombra sorda di troppe congreghe: la Casta dei politici, dei giornalisti, dei banchieri, dei raccomandati. Ogni membro della comunità ha una storia e una sconfitta diverse: chi ha perso o mai trovato il lavoro, chi la fiducia nel domani, nello Stato e nei corpi intermedi come partiti e sindacati. Non odiano la politica, ma chi la fa di mestiere da troppo tempo, senza averne né la competenza né l’autorità morale. Intorno a queste desolate solitudini esisteva un vuoto di attenzione e Grillo lo ha riempito. Dapprima con un vaffa, poi con una serie di proposte concrete e una buona dose di utopia. Ha disegnato panorami che ciascuno ha poi colorato come voleva. Dal punto di vista della composizione sociale il suo movimento è un franchising: a Torino ci trovi (anche) i centri sociali che vogliono abbattere il capitalismo, a Bergamo i padroncini in lotta con Equitalia, a Palermo i disperati e gli allergici a qualsiasi forma di oppressione pubblica e privata. Ovunque c’era un malessere, Grillo gli ha messo a disposizione un format e una faccia, la sua.
I politici professionisti non hanno saputo o forse potuto offrire un’alternativa. Sarebbe bastata un’autoriforma dignitosa, qualche taglio nei costi e nel numero dei parlamentari, una campagna elettorale che parlasse non solo di cifre ma di ambiente, di vita, di futuro. Invece hanno snocciolato cifre fredde, discusso della Merkel e borbottato metafore inconsistenti, persi nel loro altrove. A combattere qui sulla Terra sono rimasti un vecchio impresario con le tasche piene di biglietti omaggio per il paese dei balocchi e un guitto che ha talmente studiato il meccanismo seduttivo di Berlusconi da essere riuscito a sublimarlo. Grillo ha scelto il linguaggio dello spettacolo, l’unico che gli italiani mostrino di comprendere dopo un ventennio di vuoto, ma ha deciso di usarlo per dire cose serie. Lo hanno aiutato la sua popolarità, la sua energia e persino i suoi difetti. Anche la selezione di candidati sconosciuti e scarsamente rappresentativi si è rivelata un punto di forza. Se fra le tante nuove offerte politiche l’unica ad avere sfondato è la sua, è anche perché - a differenza di Monti e Ingroia - non l’aveva infarcita di pseudo vip, algidi tecnocrati e notabili polverosi.
Fra i suoi seguaci storici si può trovare di tutto: il sognatore pragmatico come il vittimista cronico. Ma fra i tanti elettori dell’ultima ora prevale, credo, la fusione di due umori in apparenza contrapposti. Da un lato il desiderio passionale di collassare il sistema, nella speranza che dalle macerie delle varie Caste possa sorgere una classe dirigente nuova. Dall’altro il calcolo razionale di mandare in Parlamento un manipolo di alieni dalla vista acutissima che illumineranno i maneggi del potere. Un amico che ha scelto i Cinque Stelle dopo avere invano votato Renzi alle primarie del Pd mi ha detto: «Non so se metterei mai un grillino ad amministrare il mio condominio, ma se si tratta di fare le pulci all’amministratore, nessuno è più affidabile».
E adesso? Il movimento degli spulciatori affidabili è talmente nuovo da restare misterioso persino a molti di coloro che lo hanno votato. Grillo è il padre-padrone della squadra o è solo l’arbitro che vigiBersani: «Grillo un miliardario Io figlio di un meccanico»la sul rispetto delle regole e fischia le espulsioni? I parlamentari riceveranno ordini da lui o, come assicurano in coro, solo dal popolo della Rete a cui sottoporranno ogni proposta, da quella di un improbabile accordo di governo al nome del prossimo Capo dello Stato? L’unica domanda che è davvero sciocco porsi è se i Cinque Stelle siano di destra o di sinistra. Grillo non ha tolto voti agli altri partiti. Si è limitato a raccogliere quelli che hanno lasciato cadere. E la prossima volta potrebbero essere ancora di più.


Amici miei
Bersani: «Grillo un miliardario Io figlio di un meccanico»
Edoardo Baraldi


Edoardo.Baraldi


Mario Dimpo



Mario Dimpo


PS: Grillo: "Ed ora Dario Fo al Quirinale!"


 Vincino

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