mercoledì 3 ottobre 2012

Vauro lascia il Manifesto


Postcards
Vauro mentre lascia il Manifesto e va al Fatto Quotidiano
 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: il Fatto Quotidiano, il Manifesto, postcards, Vauro Senesi



A pugno chiuso.
Che dire? Secondo me Vauro a fatto bene ad andarsene, se non altro perché il Manifesto nonostante sia sempre sull'orlo del fallimento, sopravvive (diciamo così...) con i finanziamenti pubblici che sei anni fa, nel solito servizio di Report, era quantificato oltre due milioni e mezzo di euro l'anno.
Paride Puglia


VAURO LASCIA IL MANIFESTO PER PASSARE AL FATTO QUOTIDIANO.
Nico Pillinini




Scrive Vauro sul suo sito :


Ecco perché vado via dal manifesto
martedì 2 ottobre 2012 21:50
L'ho scritto: Avrei preferito andarmene zitto zitto , quatto quatto. Ho capito che non posso farlo. Va bene. Avrei voluto farlo perché non volevo che la mia uscita suscitasse letture o polemiche che potessero danneggiare ciò che resta de IL MANIFESTO. Ecco, in queste due parole "Ciò che resta" la spiegazione. Resta molto poco de IL MANIFESTO nel quale ho lavorato per più di venti anni. Troppo poco. Almeno a mio giudizio. Ma forse anche a giudizio dei troppi lettori che hanno smesso di comprare il giornale. E non mi pare che ne IL MANIFESTO (mi ci metto anch'io) ci si sia interrogati sulle nostre responsabilità politiche ed editoriali riguardo a questi abbandoni. Me ne vado in un momento difficile? No. Purtroppo il momento difficile è già passato e non siamo stati in grado di farvi fronte. Entro Dicembre i liquidatori scioglieranno la cooperativa di cui anch'io faccio parte. Ne nascerà un'altra? mi auguro di si ma è ovvio che non sarà quella verso la quale sentivo un obbligo politico e morale. Scrivo queste poche righe per dare una risposta a quelle lettere di lettori che mi chiedevano un perché. Forse questo perché avrebbe dovuto (e da tempo) darlo la direzione del giornale che adesso, nemmeno tanto velatamente, mi addita come quello che se ne va solo per soldi. Pazienza. Nella vita di ogni buon comunista è scritto che prima o poi debba essere considerato un rinnegato da altri comunisti (Vecchio vizio). E' vero che a IL FATTO il mio compenso sarà più elevato di quello che ho finora percepito da IL MANIFESTO e certo non me ne dispiaccio. Detto questo vorrei che qualcuno della direzione mi spiegasse come mai sarei diventato un "Vignettista squillo" dopo venti e passa anni, di cui gli ultimi sei o sette, seguiti al cambio contrattuale da me voluto quando compii la scelta di andare a lavorare per EMERGENCY, con lo stipendio più basso di tutto IL MANIFESTO (un record!). In ultimo riguardo al mio essere comunista lo rivendico con orgoglio e non penso che diverrò meno comunista solo per il fatto di andare a lavorare in un giornale libero che però non si definisce comunista sotto la testata. Saluti comunisti ribaditi. Vauro.

il manifesto 3 ottobre 2012


La risposta della redazione del Manifesto
La decisione di Vauro di lasciarci ci sorprende. E ci amareggia. Perché riguarda una persona che ha contribuito a scrivere la storia del nostro giornale. Comprendiamo la sua scelta. Il manifesto sta attraversando il momento più difficile della sua esistenza quarantennale. La direzione, la redazione, i tecnici, tutte e tutti sanno di avere un futuro incerto, perché siamo "in liquidazione" e del doman non v'è certezza. Eppure tutte e tutti hanno capito che proprio la difficoltà del momento richiede uno sforzo più grande perché il manifesto possa continuare il suo cammino di testata storica dell'informazione in Italia. E' vero che alcune firme, alcuni collaboratori, hanno preso altre strade (paghiamo poco o nulla). In momenti di crisi come questo è difficile lavorare senza un ritorno economico adeguato. Eppure abbiamo sempre pensato che le idee, la libertà di opinione e di espressione, il confronto anche aspro ma sempre franco, la passione per la battaglia politica, fossero una garanzia per poter continuare a combattere. Forse ci siamo in parte illusi. L'uscita di Vauro, che va al Fatto Quotidiano, lo conferma. Gli facciamo tanti auguri (e che possa avere la stessa libertà di matita che ha avuto al manifesto) e per salutarlo gli dedichiamo una sua vignetta d'archivio.
Per noi che restiamo a fare il giornale, e a difenderlo da chi lo vorrebbe volentieri seppellire - di questi tempi le copie che vendiamo fanno gola a molti - questo arrivederci è comunque un'ulteriore sfida professionale, culturale, ideale. E proprio da oggi chiediamo alle matite amiche del manifesto di inviarci (dimafoni@ilmanifesto.it; Fax: 0668719573 o 0668719331) le loro vignette per scegliere (nei prossimi giorni vi diremo come) quelle del futuro.
(fonte)

4 commenti:

  1. Da buon comunista Vauro saluta e riconosce il valore dell'esperienza e del marchio che lo hanno sostenuto. Solo quel pizzico di egocentrismo nel ricordare il grande Luigi e il Valentino altrettanto grande (però entrambi coerentissimi e grandissimi anche nel disagio di sentirsi dei quasi rottamati) Ai giornalisti ed ai lavoratori del Manifesto manifesto comprensione per la sorpresa e una critica che abbia forma di consiglio: continuare a seguirvi è impresa ardua e difficoltosa; a volte la noia supera la volontà del voler leggere.

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  2. Da buon comunista Vauro saluta e riconosce il valore dell'esperienza e del marchio che lo hanno sostenuto. Solo quel pizzico di egocentrismo nel ricordare il grande Luigi e il Valentino altrettanto grande (però entrambi coerentissimi e grandissimi anche nel disagio di sentirsi dei quasi rottamati) Ai giornalisti ed ai lavoratori del Manifesto manifesto comprensione per la sorpresa e una critica che abbia forma di consiglio: continuare a seguirvi è impresa ardua e difficoltosa; a volte la noia supera la volontà del voler leggere.

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  3. Nessuno che dica che il Manifesto è diventato un giornale di merda come tanti altri, allineato alle peggiori posizioni NATO in politica estera.. Quotidiano "comunista" detto dal Manifesto o da certi partiti che hanno conservato solo il nome e null'altro.. In Italia ci sono tre destre: una si fa chiamare sinistra, una centro e l'altra destra.. Anche Vauro, mescolandosi con mezze kakkette come Santoro e Travaglio è diventato l' ombra di se stesso.. Attualmente ha perso mordente e a mio avviso non è più fra i grandi della Satyra italiana..

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  4. Caro Marco, Vauro è l'unico o uno dei pochi, ad essere rimasto fedele a un unico grande amore politico; tu sai qual'è, tu sai cos'è, tu sai perché! Sai cosa mi piace di Vauro? Che è sempre se stesso con chiunque in ogni occasione e offre la sua immagine con la semplicità della verità, con l'incanto genuino di un ragazzo. Accettato e maledetto allo stesso tempo, trova la sua vera forza nel rispetto delle regole di vita che s'è dato. Vauro è un genio incurante della moda, essenziale nel tratto è spietato con la stupidità e l'ipocrisia, osceno con la guerra, pungente con la fantasia. Ma soprattutto Vauro è sempre stato generoso con i più deboli, così tanto da rischiare la vita in zone di guerra. Un poeta struggente con le parole, tagliente con l'ironia, temibile con gli avversari. Auguri di buon lavoro, caro Vauro: rimani sempre te stesso! Asta siempre.

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