sabato 27 ottobre 2012

Berlusconi: ritirato, condannato, ritornato

beep beep!

25 Oct: ... un passo indietro, ma velocissimo!... la notizia: il ritiro!
26 Oct: ... sosta, fermo è tutto orecchi! ... la notizia: la condanna!
27 Oct: ... un passo avanti,  ma velocissimo!... la notizia: si ripresenta ma non come premier

Marilena Nardi


Non gioca
Berlusconi
Mauro Biani


Postcards
W la fuga
 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: berlusconi, postcards, ritiro, ritiro Berlusconi




sabato 27 ottobre 2012
Postcards. Berlusconi:"Torno in campo"
PORTOS / Franco Portinari


Tiziano Riverso

Tiziano Riverso

Tiziano Riverso


giovedì 25 ottobre 2012
MONUMENTI
Lucia Annunziata a "TUTTALACITTA'" commenta il ritiro di Berlusconi e lo definisce comunque un grand'uomo della politica italiana destinato ad essere ricordato nella Storia.
Gianfranco Uber

sabato 27 ottobre 2012
L'INCOMPIUTA
Repentino ripensamento di Berlusconi sul suo ritiro. La Condanna per frode fiscale, subita altrettanto repentinamente, lo ha fatto riflettere sul mancato raggiungimento di uno degli obbiettivi più importanti di tutta la sua discesa in campo.
Gianfranco Uber


Umberto Romaniello

Umberto Romaniello


Umberto Romaniello


Umberto Romaniello



Nicola Bucci "Bucnic"


laSCIA - fabiomagnasciutti

Treat - fabiomagnasciutti

quattro anni e non scontarli -fabiomagnasciutti


tu riscendi dalle stalle
fabiomagnasciutti


Maramotti - L'Unità



Il ritiro di mister b
Mario Natangelo www.natangelo.it


Condanna al rallentatore (siamo seri)- Il Fatto Quotidiano - www.natangelo.it


venerdì 26 ottobre 2012
Dedicata a Enzo Biagi

C'è un bell'articolo sul Financial Times sul nostro sistema giudiziario, che prende spunto dalla condanna di Berlusconi. Si conclude che dopo i vari gradi d'appello, la possibilità di conferma della condanna è zero, mentre è quasi certo che il reato cadrà in prescrizione. Purtroppo né la politica né la giustizia sono credibili, ormai da tempo. Mi spiace per chi gioisce di questa condanna, i problemi sono alla radice del nostro modo di vivere e comportarci, polarizzato, partigiano, esibizionista e gridato comunque. Berlusconi è un foruncolo cresciuto su un Paese malato. Solo se in Italia esiste uno spostamento culturale dove la gente si impegna, rischia e innova, la giustizia potrà trovare la dimensione che le spetta. Se i soggetti politici sono dei criminali, la giustizia sarà inevitabilmente politica.
Paride Puglia


27/10/2012
SERGIO STAINO


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it




Giannelli - Corriere della sera


Krancic



Giorgio Forattini


L’accendiamo?
26 ottobre 2012

Makkox

Tullio Boi http://www.brulliotoi.it/


Pietro Vanessi


This is the end?
 Luigi Alfieri


Codice a sbarre
 Luigi Alfieri

 
VAURO
 
Giulio Laurenzi
 
Tomas
 

GAVA http://gavavenezia.blogspot.com/


VUKIC - vukicblog



giovedì 25 ottobre 2012
APPESO AD UN FILO ...
Ufficialmente per il bene dell'umanità,
più verosimilmente per evitare una disfatta,
Silvietto annuncia il suo ritiro ...
Roberto Mangosi www.enteroclisma.com





Elchicotriste


Siilviooo
David Rowe

Buongiorno
25/10/2012 - la svolta del cavaliere
L’ultima (?) puntata della Silvionovela

Silvio Berlusconi è “sceso in campo” il 26 gennaio 1994, dopo 6847 giorni dice addio alla leadership
+ Il passo indietro di Berlusconi “Non mi candiderò a premier Primarie per il mio successore”

Berlusconi, il centravanti che scelse la panchina
Massimo Gramellini

L’Italia è sempre il Paese che ama. Solo che adesso ha deciso di amarla in modo diverso. Non più da giocatore ma da allenatore, la sua passione fin dai tempi dell’Edilnord.

Fra il Discorso della Discesa in Campo e quello del Passo Indietro sono passati diciotto anni. Siamo tutti più anziani, anche lui, più spelacchiati e più poveri, tranne lui. Diciotto anni e la stessa metafora calcistica. Allora «scendeva in campo per costruire il nuovo miracolo italiano». Oggi si accontenta di «rimanere al fianco dei più giovani che devono giocare e fare gol». Vista dal campo o dalla panchina, l’Italia di Silvio non cambia: resta un enorme stadio di sua proprietà.

La Discesa in Campo fu affidata a una videocassetta girata nel parco di Macherio davanti a una finta libreria e accanto a un ammasso (mai inquadrato) di calcinacci, che a qualcuno ricordavano un cantiere, ad altri un cumulo di macerie. Per il Passo Indietro, invece, l’uomo delle televisioni ha scoperto il fascino del web, inviando una lettera elettronica dove anche i «po’» si adeguano alla modernità e barattano il timido apostrofo con un più assertivo accento: «Ho ancora buoni muscoli e un pò di testa». Un’altra videocassetta avrebbe prestato il destro a paragoni impietosi con lo smilzo imprenditore berluscottimista che nel 1994 invitava gli italiani a diffidare «di profeti e salvatori» e ad affidarsi a «una persona capace di far funzionare lo Stato». Quell’affermazione, condivisibile, fu probabilmente equivocata: molti votarono il profeta-salvatore credendo fosse la persona capace di far funzionare lo Stato. Purtroppo lo Stato si è rivelato sordo alle intimazioni berlusconiane e diciotto anni dopo funziona peggio di prima. Né ci sono tracce di quell’Italia «più giusta, più generosa, più prospera, più serena, più efficiente e più moderna» che il Più Silvio promise solennemente fra i calcinacci di Macherio.

Cosa è rimasto della telenovela di allora nel discorso del Passo Indietro? Praticamente tutto. Lo spirito, i toni, i nemici. Berlusconi è un maestro nel presentarsi come uno che ricomincia sempre. Il suo non è mai il discorso del reduce, ma del precursore. E della vittima. Nella storia d’Italia secondo Silvio gli ultimi decenni sono stati una guerra fra due schieramenti: da un lato le perfide corporazioni di burocrati, giornalisti, lobbisti e magistrati, conservatori arroccati nella difesa di privilegi antidemocratici. Dall’altro lui, il Libertador, marchiato come populista perché alfiere del «voto popolare conquistato con la persuasione che crea consenso». Persuasione: attività affascinante ma pericolosa, quando a esercitarla è l’uomo più ricco d’Italia, l’unico dotato di tre canali televisivi nazionali e gratuiti. Invece per Silvio è stata «la riforma delle riforme», che ha reso «viva, palpitante ed emozionante la partecipazione alla vita pubblica dei cittadini». Qui l’uomo si sottovaluta. Di viva ed emozionante, ma soprattutto palpitante, in questi anni c’è stata soltanto la sua vita notturna. Purtroppo quel palpito «non poteva che avere un prezzo»: l’odio verso di lui, trasformatosi come nei film horror in una «sindrome paralizzante», il cui antidoto è stata «la scelta responsabile di affidare la guida provvisoria del Paese al senatore Monti». Berlusconi protegge il suo successore, quasi volesse farlo un po’ (o un pò) suo. Non è il preside bocconiano il nemico da indicare ai giovani eredi, ma l’Europa colonizzatrice della Merkel e, come diciotto anni fa, la sinistra. Che nel discorso della Discesa in Campo si ispirava a Michele Santoro e voleva trasformare l’Italia «in una piazza urlante che grida che inveisce e che condanna», mentre in quello del Passo Indietro sembrerebbe richiamare in vita, se non Stalin, almeno Breznev perché «vuole tornare alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto l’esplosione del Paese corporativo e pigro che conosciamo». Una sinistra composta da «uno stuolo di professionisti di partito educati (come metà della nomenclatura pidiellina, ndr) nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento».

E’ proprio per impedire ancora una volta che l’Italia liberale cada nelle mani dei comunisti che Silvio B ha deciso di fare un passo indietro e assistere da bordo campo alle primarie che incoroneranno il suo successore. «Quel che spetta a me è dare consigli, offrire memoria, raccontare e giudicare senza intrusività». E qui, visto che viviamo ancora in un Paese liberale, chiunque lo conosce è libero di mettersi a ridere.

--------------------------------------------------
Berlusconi: “Obbligato a restare

Nessun commento:

Posta un commento